La dorsale dei Peloritani

Dove si sviluppa: 

Le quattro tappe, per un totale di 70 km, che costituiscono il cammino della Dorsale dei Peloritani si sviluppano principalmente su fondo sterrato su un’antica trazzera che unisce i due valichi principali dei Peloritani: Portella San Rizzo (Messina) e Portella Mandrazzi (Novara di Sicilia) con una difficoltà mediamente impegnativa a causa del fondo pietroso a volte impervio, ma di spettacolare bellezza. La natura offre in tutte le stagioni dell’anno colori intensi e panorami mozzafiato con finestre e terrazze naturali che si affacciano sui due mari Ionio e Tirreno. Portella San Rizzo, punto di partenza, si raggiunge facilmente attraverso la SS113 e altre strade provinciali e comunali che dal centro città portano in pochi minuti alla vetta più alta dei colli messinesi, Monte Dinnammare con i suoi 1127m. La dorsale attraversa i comuni Messina, Fumedinisi, Mandanici, Fondachelli  Fantina e Novara di Sicilia. Durante il percorso è possibile raggiungere con facilità i numerosi borghi che si trovano nelle vallate dei due versanti ionico e tirrenico.

 

Descrizione cammino: 

Nota in passato come “Strada militare” o “Reggia Trazzera, è probabile che la strada sia stata utilizzata anche in epoca romana e nel medioevo sia per motivi strategici che per le comunicazioni interne, così come a fine ‘800 e nelle due guerre mondiali. Nei tempi in cui non esistevano ancora automobili o ferrovie, infatti, si cercava il percorso naturale più breve ed agevole per tracciare le strade di comunicazione che portassero ai comuni limitrofi siti sulla costa tirrenica e su quella ionica. La vegetazione più diffusa è la flora tipica della macchia mediterranea e dei boschi impiantati prevalentemente dall’uomo. Si susseguono picchi, crinali, fenditure, burroni, gole profonde e inaccessibili entro le quali precipitano, sui due versanti, gli innumerevoli corsi d'acqua che a valle si aprono in ampie fiumare. Varie zone del percorso attraversano un'opera di rimboschimento da parte del Demanio Forestale, dopo secoli di disboscamento selvaggio delle foreste autoctone. Pur non essendo un itinerario molto frequentato presenta un fascino che per ricorda le Ande peruviane e le Alpi. Il cammino può essere effettuato in modalità “wilde” con zaino e tenda in spalla per escursionisti esperti e temerari oppure in modalità trekking tradizionale raggiungendo alla fine di ogni tappa le strutture ricettive presenti nei borghi e villaggi sottostanti.


Descrizione Tappe

Prima tappa:

Si parte dal Santuario di Dinnammare, passando per il punto più alto del monte, 1127m da dove si  ammira lo spettacolare panorama sui due versanti. A est e sud-est lo Stretto di Messina con il suo porto naturale a forma di falce ed il versante ionico, che da capo Peloro, si sviluppa per decine di km di costa che, con il versante calabro, forma un bellissimo fiordo. Dal lato opposto, a nord-ovest si ammirano il golfo di Milazzo e l’arcipelago delle Isole Eolie. A sud lo sguardo si allarga sulle cime più alte dei Peloritani fino al maestoso profilo dell’Etna. Dalla cima, seguendo la segnaletica del Cai, si scende lungo un sentiero fino a raggiungere Portella Larderia. Si prosegue in saliscendi sulla strada militare passando dai rifugi di Case Maressa, Pizzo Bottino e Piano S. Calorio (attualmente in disuso). Trascurando le deviazioni che, a lisca di pesce, collegano la Dorsale ai borghi collinari ed alle vallate  sottostanti, il percorso costeggia Pizzo della Moda (1015 m) e, con un’impegnativa salita sfiora Pizzo Cavallo (1040 m). Il paesaggio è dominato dalla maestosità di Monte Scuderi (1253 m), la montagna misteriosa della “Truvatura” con le grotte, i precipizi e le testimonianza archeologiche. Il percorso, che si affaccia continuamente sui due mari, prosegue verso destra fino a raggiungere Piano di Margi, su una sella a 850m. Una sterrata sulla sinistra collega con la Contrada Santissima e il borgo di Fiumedinisi. Qui è possibile bivaccare o in alternativa, scendere verso valle per raggiungere le strutture ricettive.

Scheda tecnica:

Località di partenza: Santuario di Dinnammare (Colli Messinesi)
Località di arrivo:  
Piano di Margi (Fiumedinisi)
Difficoltà:
EE
Lunghezza del percorso:
17,6 km
Dislivello:
831/1127m
Tempo di percorrenza:
6/7 ore


Seconda Tappa: 

Partendo dal rifugio degli alpini sito su Piano Margi (859m), si imbocca, in salita, la mulattiera che porta a Monte Poverello (1279 mt ) nel comune di Fiumedinisi (seguire la segnaletica Cai).  Lungo la salita si incontra, sulla destra la fonte “Acqua latte”. Da Monte Poverello si prosegue in discesa fino a raggiungere Portella Acqua Menta, nelle cui vicinanze è sita la fonte omonima visibile in tutte le mappe. Il percorso prosegue su ampia sterrata costeggiando Monte Strassolito (1105 m), Pizzo Leumorto (1019 m) e Pizzo della Croce (1214 m). Camminando con la visione frontale dell’Etna, il panorama si affaccia sul versante tirrenico sulla destra con finestre, sul lato opposto, che guardano Monte Scuderi e la Valle del Nisi. La dorsale si snoda costeggiando il perimetro del rigoglioso Bosco San Ferdinando (parte di questo ricade nel territorio del comune di Nizza di Sicilia) e Pizzo Cipolla (1169 m) nel territorio di Mandanici, dove la visuale spazia su tutta la catena dei Monti Peloritani con le cime più alte: Rocca Salvatesta (1340m), Pizzo di Vernà (1287m) e Montagna Grande (1374m). Si prosegue all’interno di un boschetto di pini per raggiungere l’area attrezzata di Posto Leone. All’interno si trova un laghetto artificiale (non balneabile per la pericolosità dei suoi bordi viscidi), una fonte d’acqua e tavoli per il pic-nic su terrazzamenti pianeggianti immersi nel verde. Qui si può bivaccare liberamente. In alternativa si può scendere verso il borgo di Mandanici, sul versante ionico dove si trova l’albergo diffuso.  

Scheda tecnica:

Località di partenza: Piano di Margi (Fiumedinisi)
Località di arrivo:  
Rifugio Posto Leone (Mandanici)
Difficoltà:
EE
Lunghezza del percorso:
15,100 km
Dislivello:
857/1210m
Tempo di percorrenza:
6/7 ore


Terza Tappa:

Partendo dall’area attrezzata di Posto Leone e proseguendo sulla sterrata, in saliscendi, si arriva nei pressi di Pizzo di Verna’ (1287m) che svetta su un territorio appartenente ai comuni  di Antillo, Casalvecchio Siculo e Fondachelli Fantina, dopo aver attraversato Pizzo Mualio (1200m), Pizzo Batteddu (1230m) e Monte Pietre Rosse (1225m). In questo tratto la vegetazione è rigogliosa con boschi di pino, castagno e roverella. Giunti al bivio con la segnaletica che indica Pizzo di Vernà, si ammirano sulla sinistra i fitti boschi di Piano Vernà e vallate sottostanti e, sulla destra, l’ampio greto ghiaioso della fiumara di Fondachelli. Proseguendo in salita lungo il sentiero in parte roccioso si raggiunge la cima, spettacolare punto panoramico a 360°. Un sentierino in discesa ripida conduce al fitto bosco di Piano di Vernà, proseguendo verso nord si incontra il cancello della grande area attrezzata con fonte d’acqua e numerosi tavoli di legno. Qui è possibile fermarsi per il bivacco. In alternativa si può proseguire sulle sterrate che conducono, in discesa, verso il borgo di Antillo.

Scheda tecnica:

Località di partenza: Rifugio Posto Leone (Mandanici)
Località di arrivo:  
Piano di Vernà (Casalvecchio Siculo)
Difficoltà:
EE
Lunghezza del percorso:
11,300 km
Dislivello:
857/1242m
Tempo di percorrenza:
5/6 ore


Quarta Tappa:

Da Piano Vernà si riprende la sterrata e, verso destra, si procede in salita fino all’inizio del Sentiero Pizzo di Vernà, indicato dalla relativa segnaletica. La dorsale svolta verso destra, in discesa, aggirando l’alta montagna con vista panoramica sulla Rocca Salvatesta, la larga fiumara e le numerose frazioni e contrade che formano il comune di Fondachelli Fantina. Arrivati sul crinale tra le valli di Antillo e Fondachelli Fantina il paesaggio appare negativamente modificato da imponenti pale eoliche che, con il loro movimento producono energia e un certo brusio di sottofondo che accompagna il camminatore. Nei pressi delle ultime pale eoliche si entra i area boscata e, superando Pizzo Barramanco e costeggiando Monte Paiano si giunge nei pressi di Monte Sereno, dove il panorama offre scorci spettacolari  della Rocca Salvatesta (1340m), denominata “Il cervino di Sicilia” per la caratteristica e inconfondibile forma piramidale. Nel fondovalle, disseminati nei vari affluenti che costituiscono la grande fiumara, si scorgono le frazioni di Rubino, Evangelisti, Chiesa, Fondachelli e Fantina. Proseguendo tra la fitta vegetazione boschiva, si giunge a Portella Tre Fontane dove, svoltando verso destra e proseguendo sulla sterrata in discesa, si raggiungono le frazioni di Fondachelli Fantina, dove si conclude il cammino. Per tornare a Messina è possibile usufruire del servizio di trasporto locale.

Scheda tecnica:

Località di partenza: Piano di Vernà (Casalvecchio Siculo)
Località di arrivo:  
Fondachelli Fantina
Difficoltà:
EE
Lunghezza del percorso:
16,300 km
Dislivello:
961/1152m
Tempo di percorrenza:
6/7 ore


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